Laboratori di propedeutica musicale asili nido
"Ma non sarà troppo piccolo?": una domanda che a volte (spesso prima di vivere l'esperienza diretta) rivolgono le mamme dei piccoli di pochi mesi che si apprestano a partecipare a un laboratorio di musica.
Questi laboratori seguono la teoria di apprendimento del ricercatore americano Edwin E. Gordon dedicata alla primissima infanzia (da 0 a 36 mesi) il quale afferma che è proprio nei primissimi anni di vita che l'altissimo numero di connessioni sinaptiche presenti nel cervello dà la possibilità al bambino di avere un ampio spazio di apprendimento.
La sollecitazione dei bambini avviene cantando, recitando ritmi e muovendosi in modo fluente in una atmosfera di grande comunicazione. Ai bambini non viene chiesto di 'fare' ma di 'sentire e di essere', nel rispetto dei tempi, dei modi e dell'individualità di ciascuno. Superato lo stadio di assorbimento, in cui il bambino 'sente' (a volte letteralmente incantato) ciò che gli succede musicalmente intorno, lui e solo lui deciderà di entrare negli stadi successivi, cominciando a interagire con gli insegnanti che prenderanno e rafforzeranno le sue risposte musicali, sino a una vera e propria fase di imitazione.
Di fondamentale importanza risulta la presenza degli adulti (genitori o nonni o persone che hanno un forte rapporto affettivo con il bambino), che partecipano in modo attivo alle attività. Il bambino viene stimolato a 'sentire' dentro di sé il suono, acquisendo più tardi la capacità di esprimerlo, sempre in momenti diversi e a volte scegliendo di farlo fuori dall'ambiente della lezione. A questo proposito acquista una grandissima importanza il 'silenzio': la possibilità per il bambino di trasformare uno stimolo in passo di apprendimento. L'errore in cui spesso si può incorrere è, infatti, la paura di perdere l'attenzione dei bambini, rischiando così di dare luogo a una ipersollecitazione assolutamente inutile e anzi a volte dannosa.